domenica 1 maggio 2016

Dal mio blog preferito, non me ne vogliano gli altri: L'ombra di Brandon. Altra bellissima recensione.

http://dreamsink92.blogspot.it/2016/03/le-recensioni-di-elisa-il-sogno-di.html?showComment=1459344312452#c5076654306020814655

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Ognuno di noi ha un sogno che tiene gelosamente custodito in un cassetto. Lo tiene in fondo, nascosto, in modo che nessuno possa distruggerlo. Sono spesso preziosi i sogni, eppure hanno una forza immensa perché ci spingono a lottare contro qualsiasi cosa purché ciò si realizzi. Un punto di arrivo, ma anche un punto d’inizio. Mi guardo dentro, vedo il mio sogno, è ancora lì, nascosto dietro ad altri desideri più effimeri, più adeguabili alla vita che verrà. Ma lui, quel sogno vero, quello eterno, freme per divenire realtà. Ma i sogni si realizzano nel tempo, con la pazienza e specialmente con la forza di volontà. Che cosa facciamo ogni giorno per far sì di accaparrarci qualcosa e aspettare pazientemente che si realizzi? Studiamo, lavoriamo, ci alleniamo. Ci arricchiamo di conoscenze, le coltiviamo, alcune impariamo a usarle tutti i giorni perché sono necessarie per realizzare ciò che teniamo più nascosto. 
Cammino, e lo faccio senza sosta per far chiarezza nei miei pensieri. Sto lottando per realizzare i miei sogni? Sì, lo sto facendo. Ci sto provando e se sbaglierò, allora riproverò ancora. A salvarmi dalla nebbia di preoccupazioni mista a fulmini di energia che mi si è formata in testa è una musica che mi arriva dentro e melodiosa prende il controllo sui miei passi e mi porta fin dove queste note hanno inizio.
Il lontano suono elettrico di una chitarra solitaria aleggia per il parco. Nessuno sembra curarsene più, ormai è divenuta un'abitudine. Quel ragazzo siede su una panchina piena di scritte, i capelli lunghi e neri svolazzano sotto un vento autunnale. Eppure lui non ha fretta, sta lì, che suona ai suoi amici, fino a quando il cielo inizia ad assumere sfumature più scure. I ragazzi si salutano, dicono che si vedranno domani. E così lo vedo, Brandon, che lascia la chitarra al suo migliore amico e fa per dileguarsi. Saluta Michelle, quella bella ragazza che la sorte gli ha messo al fianco.
Lo vedo, Brandon, vedo i suoi occhi e vedo per chi è che batte il suo cuore di musicista. In quelle note che mi hanno attirato fino a qua non c'era Michelle, in quella musica c'era Isabel. Sento che sto sbagliando a seguirli, ma è più forte di me, ho visto cosa ha dentro, inciso a fuoco nell'anima, Brandon ha un sogno grande quanto il mondo. E lo seguo, mi mimetizzo tra la strana gente di Grey Land, passo tra i vicoli coperti di murales, evito quelli più loschi, ma non lo perdo di vista finché non lo vedo sparire dietro la porta di casa sua. Dovrei rinunciare, questo è il chiaro segnale, eppure non posso fare a meno di sbirciare dalla finestra. Brandon è atteso dai suoi fratelli con gioia, il più piccolo poi salta dappertutto. Eccola che esce dalla cucina una bella donna, deve essere sua madre, ha tre figli alle spalle ma non vedo la stanchezza appoggiata su di lei, vedo solo l'orgoglio di una madre. Un'ora più tardi entra dalla porta una copia di Brandon, solo più adulta. Ha i segni del lavoro sfiancante sulle braccia, sul viso, sulla schiena; eppure sorride, vittorioso, come se alla fine non si sentisse in merito di chiedere di più a Dio.
Quando il buio ha totalmente coperto le case del paese, un rumore improvviso mi causa un sussulto di spavento e quando oriento gli occhi  vedo Brandon uscire di soppiatto dalla porta di casa. Come un automa lo seguo di nuovo, come solo qualche ora prima ho fatto. Nel buio ho modo di avvicinarmi di più e osservarlo meglio, si muove furtivo e continua a ripetersi che lo fa per realizzare il suo sogno. Mi fermo, interdetta da quelle parole: lo fa per realizzare il suo sogno. Non mi sbagliavo allora, quell'energia che emanava non era data solo dalla musica ma anche dal desiderio di realizzare il suo sogno. Quando mi riprendo, Brandon è già lontano e cerco di raggiungerlo, invano. E continuo a pensare al sogno di Brandon, e poi penso a quali siano i sogni di Morgan, di Isabel, di Michelle... e in modo incontrollabile, tutte quelle parole mi riportano al mio sogno, senza rendermene conto sto trattenendo il respiro mentre le stelle sono testimoni di ciò che sto sperando; e inizio a correre.         
Tutte le altre volte che ho visto Brandon e i suoi amici mi sono resa conto che stavo lì, ad osservarlo, perché affascinata da lui. Affascinata da lui perché lo vedevo, giorno dopo giorno, prima accarezzare e poi stringere, il suo sogno. Lui ce l'ha fatta, ed è qui, davanti a me, sopra ad un palco che infiamma la chitarra elettrica mentre la sua voce entra nei timpani di tutti i presenti. Michelle è una dea, seduta al tavolo con gli altri sa di poter attirare l'attenzione del leader dei Wicked Dreamers e sta sfidando con tutte le sue armi Isabel che senza ancora saperlo, possiede già il cuore di Brandon, il suo Brandon.    
Alla fine del concerto, tra gruppi di persone, riesco a raggiungere il gruppo di amici che festeggia la vittoria di quel ragazzo nato a Grey Land e arrivato alle stelle. Mi addosso alla folla, tra braccia in movimento e corpi sudati, fino ad arrivare incredibilmente vicina al protagonista di questo sogno. E' distaccato dalla baldoria che fino a qualche settimana fa lui riempiva del suo divertimento, delle ragazze con i vestiti provocanti, dei drink... Se lo conosco bene posso dire che i suoi denti sono digrignati, gli occhi assorti e le mani si stanno stringendo a pugno. Dice qualcosa, un frase, che mi arriva come un borbottio sommesso. Mi sembra di sentire che lo fa per realizzare il suo sogno. Un sogno più immenso, un sogno più forte. Un desiderio mai raccontato a nessuno, lo stimolo che lo ha portato fino a lì; in quella notte, in quell'hotel da lusso. Un sogno grande, come il cuore di quel musicista che sta rientrando a casa, a Grey Land.  
E mentre Brandon corre per realizzare ciò che ha sempre celato nel più profondo di lui, il mondo sta correndo a sua volta, come se volesse coglierlo impreparato. E mentre il mondo corre, ognuno di noi cerca di realizzare il suo sogno, come Salvatore, autore di questo libro, che senza dircelo ci racconta qualcosa di lui oltre alla storia del suo giovane amico.


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